Il 9 maggio 1978 veniva ritrovato a Roma il corpo senza vita di Aldo Moro. L’immagine del ritrovamento delle spoglie del presidente della Democrazia Cristiana ha segnato nell’immaginario e nella coscienza degli italiani una stagione estremamente controversa. Una stagione, cominciata alla fine degli anni Sessanta e proseguita per oltre un quindicennio, destinata a modificare non solo l’evoluzione politica e istituzionale del Paese, ma anche il suo tessuto sociale e collettivo.
Con la legge n. 56 del 4 maggio 2007, la Repubblica italiana ha istituito il 9 maggio quale «giorno della memoria dedicato alle vittime del terrorismo interno e internazionale e delle stragi di tale matrice.»
Una giornata per ricordare non solo le vittime di ieri, ma anche per interrogarsi sui rischi di nuova rinascita del terrorismo e della violenza politica, come drammaticamente dimostrato dai tragici omicidi registrati in Italia nell’ultimo decennio e dalla crescita del nuovo terrorismo internazionale.
Il Comune di Bastia Umbra aderisce alle celebrazioni per il 9 maggio, non solo per ricordare tutte le vittime di ieri e di oggi, ma anche per contribuire a costruire un percorso di convivenza civile democratica e di cittadinanza consapevole, in particolare tra le nuove generazioni.
Il periodo terribile che ha attraversato la storia recente del nostro Paese, i cosiddetti “Anni di Piombo”, rappresenta una pagina dolorosissima e una ferita per la storia repubblicana che ancora vive nel ricordo civile, politico, collettivo e, soprattutto, nel privato di chi, in quella stagione, perse gli affetti più cari. Ricordare ogni anno, significa prendere coscienza di quanto la cecità della violenza che si fa ideologia possa produrre danno: semplici cittadini, servitori dello Stato, studiosi, giornalisti, magistrati hanno pagato con il proprio sangue per le loro idee e la loro condotta di vita.
In questi ultimi anni abbiamo assistito a una nuova sensibilità e coscienza rispetto alla memoria delle vittime del terrorismo, grazie al confluire di due istanze: da un lato i familiari delle vittime hanno sviluppato una richiesta maggiore sul “dovere di ricordare”, elaborando una memoria privata e civile insieme, che ha trovato finalmente una nuova dimensione pubblica; dall’altro le istituzioni hanno compreso che per troppo tempo la ricostruzione storica di quegli anni aveva analizzato scenari politici e contrapposizione ideologiche dando spazio e voce ai carnefici dimenticando le vittime. Oggi, proprio a partire dai quei ricordi di una “seconda generazione” così ferocemente segnata dal terrorismo, possiamo ricostruire noi tutti una memoria civile, pubblica, condivisa, che ci ricordi cosa è stato quel tempo e che ci renda partecipi dei valori di democrazia, libertà, legalità, impegno, onestà che accomunano le biografie delle vittime di quella stagione.
Bastia Umbra, 05/05/2011
Il Sindaco
Stefano Ansideri
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