POLEMICHE dopo l’annuncio che Assisi non ospiterà la tradizionale rassegna del cinema italiano. Si chiude infatti, dopo trent’anni, un appuntamento che, nel periodo autunnale, per una settimana, grazie all’impegno del direttore artistico Franco Mariotti, ha portato il meglio di attori e registi d’Italia, accompagnati da un seguito di critici e addetti ai lavori, con proiezioni al teatro Metastasio e dibattiti. Il sindaco Claudio Ricci cerca di gettare acqua sul fuoco. «Non vi é stata nessuna richiesta di incontro e, quindi, nessun contatto fra me e l’organizzatore Franco Mariotti, i cui meriti culturali sono da sottolineare ampiamente — dice il primo cittadino —. Sarà mia cura contattarlo per capire quali problemi si riscontrano e, se necessario, risolverli».MA PER ALTRI la fine dell’iniziativa è la punta di un iceberg; con un centro storico in difficoltà da troppo tempo, con tante case vuote, pochi abitanti, servizi e attività che chiudono; un capoluogo ormai privo quel ‘peso umano’ necessario per frenare il lento disgregarsi del tessuto sociale. «Colpiscono i commenti di alcuni giovani che, giustamente, speravano di riappropriarsi del proprio teatro Metastasio almeno in occasione della rassegna ‘Primo Piano’ — dice Simone Pettirossi (nel riquadro), capogruppo del Pd —. La raccolta firme che hanno promosso, alla quale aderiamo, è indicativa di un forte disagio sociale, che da molto tempo le opposizioni sottolineano, ma che è cresciuto».L’ESPONENTE del Pd parla di Assisi vista come una ‘gallina da spremere’, di città fantasma da imbellettare a uso e consumo di visitatori sempre più distratti, sempre meno accogliente e vivibile per i residenti alle prese con pochi parcheggi liberi e locali, pochi luoghi di aggregazione e servizi o eventi di qualità. «E’ ora che questa tendenza alla desertificazione sia invertita — aggiunge Pettirossi, che ringrazia le associazioni e i frati che in molte occasioni sopperiscono ai ‘deficit’ del Comune —. Il teatro Metastasio è dato in comodato d’uso gratuito a un’associazione di Rimini, che lo gestisce da anni per realizzare uno spettacolo ‘seriale’, destinato specificamente ai visitatori. Quest’anno scade il comodato ed è forse il momento di riprenderci il teatro e fare un progetto serio per la gestione. E’ ora, da parte del Comune, di investire seriamente in cultura, con un’adeguata pianificazione, con iniziative di qualità anche per i cittadini; per i visitatori occorre un serio piano turistico».
Maurizio Baglioni