Il Comitato per il «no» chiede l’intervento delle Istituzioni e della Chiesa
COSTANO – Per decenni i cittadini di Costano hanno convissuto con il problema dei cattivi odori causati dalla fiorente attività zootecnica della zona. Un effetto collaterale sopportato in ragione del fatto che allevamenti e agricoltura sostenevano l’economia degli abitanti. Ad un certo punto però, il territorio sfruttata in maniera non equilibrata ha chiesto il conto: all’aria irrespirabile si è aggiunto l’inquinamento dei pozzi che ha chiesto quindi un cambio di passo. La frazione di Bastia sembrava essere riuscita anche in questa sfida. Ecco che il piccolo centro ha iniziato ad acquistare valore anche da un punto di vista paesaggistico.La verde pianura ha visto sorgere nuove abitazioni e strutture ricettive.Costano sembrava destinata a diventare il prototipo della cittadina a misura d’uomo.Ora, il sogno rischia seriamente di
essere interrotto: la costruzione della centrale a biogas rimette tutti i progetti in discussione. Ma i cittadini questa volta non ci stanno e per gridare il loro «no» hanno dato vita ad un Comitato che da mesi sta lottando attivamente per vedere riconosciuti i diritti di una popolazione che ha già dato molto.Dopo aver partecipato attivamente alla Conferenza dei servizi, tenutasi il 3 febbraio, ieri i membri del direttivo – Lucio Raspa, Antonio Cavarai e Giuseppe Esposito – hanno tenuto una nuova conferenza pubblica per spiegare ai cittadini lo sviluppo degli eventi. Purtroppo le richieste finalizzate a poter prendere visione del progetto della centrale non hanno dato gli esiti sperati: alla richiesta formale il Comune di Bastia ha risposto dicendo che la ditta che effettuerà la costruzione ha dato il via libera alla consultazione solo di una minima parte degli atti. «Non siamo contro il biogas a prescindere – è stato spiegato – ma chiediamo che
ci venga riconosciuto il diritto di poter prendere visione e valutare i pro e i contro di un progetto che andrà a cambiare il nostro territorio». Il sindaco di Bastia Ansideri ha ribadito di essere favorevole alla costruzione dell’impianto anche in virtù del fatto che gli investimenti privati hanno sempre portato beneficio al territorio, pur sottolineando di essere venuto incontro ai cittadini chiedendo alla ditta di fermare i lavori. Ma quest’ultima ha detto «no». Il Comitato, dal canto suo, ha ribadito che questa volta l’impianto a biogas non dovrebbe convertire gli scarti del territorio, ma convoglierebbe biocombustibile proveniente da altri luoghi. Nel corso della conferenza di ieri, inoltre, il Comitato ha reso noto che è stata già sollecitata la convocazione di un consiglio comunale straordinario. È stato inoltre già chiesto un incontro con il presidente della Regione. Verrà poi interessata anche la Provincia. Ieri pomeriggio, una delegazione del Comitato si è anche recata dal vescovo di Assisi. In aggiunta a queste iniziative, il 26 febbraio, presso il cinema Esperia di Bastia, si terrà un convegno pubblico a cui prenderanno parte anche delegazioni dei molti Comitati italiani nati nelle zone in cui le centrali a biogas sono già operative. Il Comitato ha infine reso noto che la petizione per chiedere lo stop dei lavori ha raggiunto le 900 firme.

di FRANCESCA BENE

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